Material Bank. Matters Make Sense

XIX Biennale di Architettura di Venezia

Nel contesto della XIX Biennale di Architettura di Venezia, il Dipartimento ABC presenta Material Bank. Matters Make Sense, l’installazione curata da Stefano Capolongo e Ingrid Maria Paoletti che indaga il ruolo della sensorialità come forma primaria dell’intelligenza umana. Il percorso espositivo invita il visitatore a interagire con una varietà di materiali, dall’organico all’inorganico: dalle foglie di banano al grafene mescolato al cemento.

Questo approccio alla materialità contemporanea si innesta nel cuore dell’impegno del Politecnico di Milano ad affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e la rapida urbanizzazione, attraverso un approccio sia tecnico che umanistico.

La mostra si allinea al tema della XIX Biennale Architettura di Venezia, IntelliGens, e mette in evidenza come la materialità possa diventare un ponte fertile tra l’intelligenza naturale e quella artificiale, consentendo ad architetti e designer di adottare materiali innovativi in modo sempre più consapevole. IntelliGens indaga le molteplici forme di intelligenza – umane, non umane, collettive e artificiali – e invita a ripensare i processi progettuali alla luce di un dialogo continuo tra tecnologie emergenti, sensibilità ecologica e immaginazione culturale. In questo quadro, la materialità diventa non solo un supporto tecnico, ma anche un vettore di conoscenza, capace di connettere percezioni, dati e scelte progettuali.

L’installazione presenta uno spazio con una duplice funzione. Da un lato, accoglie una selezione di sistemi di materiali individuati attraverso un bando aperto e dedicato alle più avanzate applicazioni nel campo dell’architettura e del design. Dall’altro, si configura come un labirinto unicursale che incoraggia l’esplorazione e la scoperta, ispirato alla legge del buon vicinato di Aby Warburg: un principio espositivo che mette in relazione elementi differenti affinché possano dialogare tra loro e generare nuove associazioni.

All’interno di questo percorso, i visitatori si muovono liberamente tra sistemi di materiali diversi, guidati dalla curiosità, dall’ingaggio sensoriale e da un’esperienza che invita a comprendere la materia non come semplice risorsa, ma come organismo complesso. In questo modo, l’installazione si inserisce a pieno titolo nel dibattito proposto dalla Biennale, proponendo una riflessione concreta sul ruolo della materia nelle future ecologie del progetto.

«Matters Make Sense è una dichiarazione di intenti: i materiali hanno senso, generano significato e attivano intelligenze sensoriali, collettive, critiche.»

Tra gli elementi chiave dell'esposizione vi sono una tavola periodica dei materiali, dei mock-up per un'esplorazione multisensoriale e un core centrale per un'esperienza immersiva, oltre a uno sguardo conclusivo su materiali ancora non esistenti generati dall'intelligenza artificiale.

L'installazione incoraggia una riflessione critica sulla materialità come parte attiva nel plasmare la nostra cultura materiale e ambientale, favorendo un senso di connessione, consapevolezza e appartenenza, che invita i visitatori a collegare le tradizioni del passato con le innovazioni del futuro.

In un’epoca in cui la materia tende sempre di più a smaterializzarsi e digitalizzarsi, Material Bank ricorda che toccare, annusare, ascoltare, osservare la materia è un modo per riconnettersi al mondo — e a sé stessi. E che il benessere delle persone passa anche attraverso di essa: con materiali innovativi e sensori ci si può prendere cura delle persone.

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