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Architettura disciplina Eteronoma

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27 Maggio 2022 @ 2:30 pm

L’evento teso a ragionare attorno al tema dell’architettura quale disciplina eteronoma, in quanto materia volta a rappresentare il futuro, il presente e il passato di una collettività, costituendone il barometro lessicale.

In tempi di ibridazione dei saperi e di compenetrazione delle discipline, l’atto di radiografare il ruolo dell’architettura attraverso il filtro della sua “autonomia” o “eteronomia” facilita la comprensione delle tendenze in atto, favorendo l’attualizzazione di frammenti di un dibattito scolpito nella nostra cultura e tradizione. Eteronomia, perciò, quale condizione nella quale un soggetto agente riceve dall’esterno del proprio statuto ontologico la norma della propria azione. La sua matrice etimologica che vede, dal greco antico, la fusione dei due termini ἕτερος (éteros) “diverso, altro” e νόμος (nómos) “legge, governo”, restituisce l’anima di un duplice significato che oggi pervade l’architettura: il vizio dell’autoreferenzialità e la virtù della dipendenza dialogica da altri saperi. Nell’operare sistemico e corale proprio di discipline quali cinema, musica, teatro, arti visive, intersecate alla sfera scientifica e all’ambito del paesaggio, l’atto del progettare diviene espressione della relazione con una comunità di individui le cui azioni si basano su un ruolo sociale oltre che tecnico in quanto agiscono su valori, materiali e immateriali, di carattere pubblico ed etico.

Riflettere sui fondamenti dei percorsi e degli strumenti disciplinari, alla luce delle innovazioni che coinvolgono lo statuto del progetto in termini non solo concettuali bensì anche strumentali, significa indagare il concetto di “cultura del progetto” inteso come capacità di operare attraverso azioni di sintesi in grado di affrontare problematiche complesse tramite un processo creativo consapevole. Il termine “eteronomia”, usato in contrapposizione ad “autonomia”, da Kant in poi ha assunto un valore positivo connesso al reciproco rispetto tra ragione e creatività, tra scienza esatta e approccio empirico, tra contaminazione e isolamento, introduce ogni qual volta il valore sociale della sua esistenza.

La giornata di studio intende fare breccia nella fortificazione spesso innalzata dall’Architettura, al fine di renderla disciplina paradigmatica dell’arte del Dialogo.

L’evento – ideato e organizzato da Emilio Faroldi, Ingrid Paoletti, Maria Pilar Vettori -, dopo alcuni interventi istituzionali e di presentazione dell’iniziativa tenuti da Paolo Andrei, Rettore dell’Università di Parma, Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, Emilio Faroldi, Prorettore del Politecnico di Milano, si compone di due sessioni coordinate rispettivamente da Maria Pilar Vettori e Ingrid Paoletti all’interno delle quali verranno stimolati, in forma dialogica, quattro contributi per ciascuna sessione: da una parte l’ Architettura si confronterà con la Musica, il Cinema, l’Arte, la Scienza; dall’altra l’Architettura dialogherà con la Scultura, la Società, il Paesaggio, il Teatro.

Relatori: Francesca Bortoletti, Cristina Frosini, Paolo Galuzzi, Michele Guerra, Giorgio Milani, Ferruccio Resta, Edoardo Tresoldi.

Chiuderanno Federico Bucci, che commenterà il pomeriggio, e Filippo Bricolo, che fonderà l’architettura con il suono del Jazz.

La giornata è stata patrocinata da: Politecnico di Milano, Università di Parma, Csac_Centro Studi della Comunicazione, Comune di Parma e realizzato con il contributo del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (DABC) del Politecnico di Milano e di USM modular furniture.

La segreteria organizzativa
Silvia Battaglia
La segreteria operativa
Stefania Mossini e Roberto Venturini.